Mercoledì 21 agosto 2002. Bruxelles-Anversa-Amsterdam km. 210

Ci siamo svegliati in una tipica giornata belga: cielo coperto, freddo e pioggia. D'altra parte qui siamo in autunno: le scuole sono già iniziate da una settimana!

Caricate le valige sul pullman cominciamo la visita della città accompagnati da una guida locale che é di madrelingua italiana.

La visita inizia dall'arco di trionfo che collega le due ali del palais du cinquantenaire costruito per celebrare l'indipendenza del Belgio (1830-31), oggi retto da una monarchia costituzionale rappresentativa, con successione diretta maschile della casa di Sassonia-Coburgo-Gotha. La popolazione si divide in due gruppi etnici di lingua differente: Fiamminghi (leone rampante) e Valloni (galletto).

Passiamo davanti ai palazzi che sono sede delle rappresentanze europee: il Consilium, il palazzo della Commissione europea ed attraversiamo il piccolo ring che é la circonvallazione interna che ha preso il posto delle mura medioevali.

A Bruxelles sono presenti per ogni stato quattro rappresentanze diplomatiche accreditate presso: Regno del Belgio, Unione Europea, NATO, UEO (Unione Europea Occidentale.

Ci dirigiamo al parco di Laeken. Passiamo davanti al Castello Reale, dimora del re, alla copia della fontana del Nettuno (l'originale si trova a Bologna) fatta qui per celebrare l'autore, lo scultore Giambologna di origine fiamminga.

Giriamo attorno allo Stadio Roi Balduin, in precedenza stadio di Eisel dove il 29 maggio 1985 sono morte schiacciate dalla folla trentanove persone, la maggior parte italiane, in occasione della finale della coppa dei campioni fra Juventus e Liverpool. Adesso sono stati fatti i lavori di ammodernamento per garantire la sicurezza dello stadio. Per sottolineare che si tratta di uno stadio nuovo hanno ridisegnato i confini comunali e lo hanno tolto dal territorio di Eisel per poterlo chiamare con un nuovo nome a dimostrazione di come l'apparenza sia molto spesso più importante della sostanza. Segue la visita diurna all'atomium.

Sinora tutto il giro si é svolto al chiuso del pullman, tranne una breve sosta all'arco di trionfo e all'atomium, la terza sosta avviene davanti ad un negozio che vende pizzi ed arazzi.

Anche qui il locale é attrezzato con bagni e vi si fermano una dopo l'altra più comitive. La nostra guida si affanna a farsi riconoscere dal proprietario del negozio e così fanno una ad una quelle degli altri gruppi. I prezzi degli articoli esposti non ci sembrano cari, probabilmente questo settore dell'artigianato locale é ancora fiorente.

Facciamo un ultimo giro in pullman attorno alla Cattedrale dei Santi Michele e Gudula.

La chiesa con la facciata a due torri e il finestrone centrale é la più importante del Brabante (provincia belga).

Il pullman parcheggia in una strada poco lontano dalla cattedrale per permetterci di raggiungere a piedi la Grand Place.

Si tratta del più bel monumento della vecchia città medioevale, vi si affaccia maestoso l'hotel de ville, l'unico monumento gotico non religioso del Belgio. Di fronte la Maison du Roi un palazzo che non fu mai né residenza né ufficio reale ma fu eretto come mercato del pane.

Chiudono il resto della piazza edifici in stile rinascimentale fra cui il palazzo dei duchi di Brabante, la maison des brasseurs (birrai) e la maison des tailleurs (sarti). Curiosa la maison du Cornet con il frontone a forma di poppa di nave.

Ci spostiamo all'angolo di rue du Chêne con rue de l'Etuve dove si trova la fontana barocca di Manneken-Pis, il monumento più caro ai brussellesi, ornata con una statuetta di un bimbo che facendo pipì ha impedito il divampare di un incendio.

Strano somiglia tanto a quella di un altro bimbo che con un dito ha impedito il crollo di una diga: deve essere una zona dove l'immaginario collettivo esalta piccole gesta eroiche di bambini.

Dal secolo XVIII é invalso l'uso di donare alla statua dei vestiti ed oggi la statuetta é ricoperta di un vestitino rosso. Un'associazione di volontari provvede a vestirlo e ad organizzare presso la fontana feste e visite di delegazioni straniere.

La guida prima di congedarci ci fa assaggiare una specialità del posto prendendola da un locale situato lì vicino: le gaufres una sorta di focaccine cotte fra testi caldi con un motivo a forma di piccoli tronchi piramidali. Quelle che distribuisce fra tutti a pezzetti sono buonissime. Quando la guida se ne é andata decidiamo di mangiarne altre due. Le addentiamo golosi ma il sapore non é più uguale. Eppure il chiosco é lo stesso. Hanno approfittato del nostro chiaro aspetto di turisti e ce ne hanno propinate due riscaldate che risultano immangiabili. Peggio per loro: eravamo stati sulla difensiva ordinandone solo due, ne avremmo mangiate delle altre se fossero state buone.

Teresa ci aveva segnalato una birreria nell'angolo della piazza per un spuntino entriamo e lì la troviamo. Il locale, a più piani, decorato con caldaie per fabbricare la birra, é grazioso ma risulta afflitto dalla flemma locale. Dopo venti minuti non ci hanno ancora degnato di uno sguardo. Ci alziamo per uscire perché vorremmo, prima di salire in pullman, visitare la cattedrale, sono già le 13,20 e l'appuntamento per la partenza é fissato per le 14. Interviene il proprietario per farci riaccomodare assicurando che saremo serviti in tempo. Anche Teresa ci rassicura a sua volta. A questo punto, con il permesso del capo siamo tranquilli, certi comunque di fare tardi. Dopo aver ingurgitato frettolosamente l'unico piatto che avevamo ordinato giungiamo al pullman con trenta minuti di ritardo.

Partenza per la prossima tappa: Anversa. Nonostante il tempo sia stato sempre brutto, siamo stati ugualmente fortunati. Gli scrosci d'acqua si sono verificati quando eravamo in pullman o al ristorante. Adesso il cielo sta schiarendo e sembra che a ovest le nubi stiano per aprirsi.

Anversa, porto naturale sul fiume Schelda, dista 80 chilometri dal mare. Parcheggiato il pullman di fianco al fiume, raggiungiamo a piedi il centro. La nostra visita si concentra in poche decine di metri. Prima visitiamo il Grote Markt, la piazza principale.

Al centro domina la fontana raffigurante un mitico legionario romano che dopo aver vinto un feroce gigante ne gettò la mano nella Schelda (donde il supposto etimo Handwerpen, la mano gettata).

Dopo entriamo nel duomo che si trova in una piazza accanto. L'interno é diviso in sette navate. Ai lati del transetto due polittici ad ante pieghevoli di Rubens: al centro sono raffigurate scene della crocefissione per l'uno e della deposizione di Cristo per l'altro.

Ai lati si trovano scene della vita di Gesù. Sopra l'altare maggiore é situata un'altra pala di Rubens raffigurante l'assunzione al cielo di Maria. La facciata, in stile gotico brabantino, ha una maestosa torre a sinistra. Quella di destra é rimasta incompiuta.

Durante le gite in pullman il tempo é scandito dagli appuntamenti ed é un dilemma decidere come impiegare i pochi minuti a disposizione. Una volta risaliti nella vettura l'uso della toilette é praticamente impossibile: sfido chiunque ad alzarsi per rinchiudersi nell'angusto locale posto a fianco della scaletta posteriore davanti a cento occhi beffardi. Dobbiamo scegliere fra continuare la visita o cercare un bagno. A volte questa ricerca occupa l'intero tempo concesso.

Non abbiamo voglia di consumare un'altra bibita ed utilizzare quello di un bar. Arriviamo al pullman senza trovarne uno. Ce ne sarà uno vicino al parcheggio! Vediamo un cartello che ci indica la direzione da seguire. Di cartello in cartello percorriamo più di cinquecento metri ritrovandoci di nuovo davanti al centro, ed altrettanti per tornare e partire per Amsterdam.

Alle 19,30 arriviamo all'albergo Crowe Plaza. Si trova vicino all'aeroporto, é bello e confortevole, scomodo per raggiungere il centro, da cui dista quasi trenta chilometri. Per poter andare da soli ad Amsterdam, bisogna aspettare la navetta dell'albergo,

raggiungere l'aeroporto e aspettare un treno diretto in stazione. Per chi come noi non conosce la città diventa quasi d'obbligo utilizzare il pullman per gli spostamenti e quindi partecipare a tutte le escursioni facoltative, difatti il successo di vendita del pacchetto é altissimo.

Cena alle 20.10 a buffet. Tutti i cibi che vengono proposti sono buoni e di qualità, ma io odio il buffet. Oltre ad essere imbranato, sono stato educato ad usare maniere "cavalleresche": prego si accomodi, dopo di lei,... mentre la maggior parte delle persone prende posizione davanti ai piatti di portata e non l'abbandona più. Ognuno tiene alti i gomiti ed impedisce qualsiasi infiltrazione dalle spalle. Uno si impossessa con ingordigia dell'ultimo scampo che avevo adocchiato, l'altro mi porta via il posto a sedere che avevo scelto.

Per arrivare in centro impieghiamo quasi un'ora. Il pullman parcheggia a fianco di un canale e scendiamo. Sta di nuovo piovendo con insistenza e ad ombrelli aperti ci dirigiamo verso il quartiere a luci rosse.

Attraversiamo strade e canali stando attenti alle macchine ed ai tram, ma non abbiamo capito quale sia il vero pericolo. Un ciclista arriva a velocità sostenuta ed anziché frenare o schivarci emette urla gutturali proseguendo imperterrito. Le biciclette hanno la precedenza su ogni cosa, da qualunque parte provengano. Ad Amsterdam non azzardatevi ad appoggiarne un piede per un solo momento in una pista ciclabile, potrebbe essere fatale!

Fra una serie di locali piccoli, fumosi e maleodoranti si aprono le famosissime vetrine dove le ragazze espongono la loro merce. Su una qualunque spiaggia lo spettacolo é più generoso ed ognuna cerca come può di attirare i possibili clienti usando atteggiamenti provocanti o biancheria particolare. Le ragazze più curiose e divertenti sono due vestite da infermiera. Se l'abbigliamento é collegato alla prestazione offerta questa potrebbe diventare dolorosa. Sui gusti non si discute. Infatti molte ragazze non sono né giovani né belle.

Il nostro gruppo si distingue dagli altri, che si mescolano ai possibili clienti, dal passo. Teresa conduce decisa senza rallentare. Fa due o tre volte gli stessi giri per disorientarci. Ci domandiamo: se dobbiamo vedere le stesse ragazze più volte perché dobbiamo correre tanto? Probabilmente si tratta di un metodo collaudato. Nessuno per paura di perderla si attarda o si distrae. Fra le tante donne quella più guardata é senza dubbio lei. Ognuno butta uno sguardo qua e là nelle vetrine ma per non più di un attimo. Subito torna con lo sguardo a cercare e fissare lei, che non fa nulla per distinguersi, anzi sembra quasi nascondersi fra la folla, correndo senza mai fermarsi.

Ogni tanto sembra che la pioggia sia finita ma é solo un'illusione. Più volte proviamo a chiudere gli ombrelli e subito riprende a piovere. Piove ad ondate quasi senza soluzione di continuità.

Alle 22,15 ritorniamo verso il pullman. Lo vediamo in lontananza quasi come un miraggio siamo tutti sfiniti e non vediamo l'ora di andare a dormire. Come ultima sorpresa ci annunciano che la sveglia di domani verrà data mezz'ora prima del solito. Per sport e divertimento si fanno e sopportano cose normalmente impensabili.

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