Sabato, 3 dicembre 2016.

Ho passato una notte agitata, forse per l'avvicinarsi della partenza. Mi sono svegliato più volte ed adesso che sono le 6,30 sono già in coperta.

Il tempo sembra essersi rimesso al bello ed il cielo è quasi sereno. Passiamo la mattinata raggiungendo le spiaggette al di là del promontorio che sono completamente deserte. I colori sono stupendi e l'acqua è ad una temperatura perfetta. Alterno bagni a passeggiate lungo la riva.

Alle 12 siamo tutti di nuovo in barca. Massimo si accinge a preparare una pasta col tonno e le olive ed io il purè. Alle 16 leviamo l'ancora. Dobbiamo accompagnare in marina Marianna, Federico e Laura che partono. Anna la bimba attesa per aprile, in questi giorni è visibilmente cresciuta nella pancia della mamma. Il posto è poco distante. Con una breve navigazione a motore lo raggiungiamo. Io e Michele rimaniamo in barca senza ormeggiarci, in attesa del ritorno di Massimo e Sonia che con il tender hanno portato a terra i nostri amici. Quindi ritorniamo di nuovo dove eravamo ancorati. Il tempo, visto che ormai si torna casa, si è messo decisamente al bello. Sonia prepara un tortino di patate per la cena. Cerco di non andare a dormire sino all'apertura del check-in delle 22,30. Ma non ci riesco: mi addormento profondamente sdraiato sul ponte.

Domenica, 4 dicembre 2016.
Questa mattina il mare sembra un lago, non c'è un alito di vento. Prima delle nove salpiamo l'ancora, spieghiamo le vele e usciamo dalla baia. All'inizio sembra di procedere come lumache ma poi, quando non c'è più la copertura dell'isola, cominciamo filare a più di sei nodi. Facciamo una strambata, una virata, che risulta più impegnativa perché lo strallo della vela di trinchetto non facilita il passaggio del genoa da una parte all'altra dei bordi della barca. Alle 11 entriamo in marina e ci ormeggiamo in banchina. Sonia ha comperato delle altre cosce di pollo e mi chiede di ripetere il piatto di cacciatora, segno che le è piaciuto. Finito il pranzo, una doccia a bordo. Inizio a preparare i bagagli. Vuotare la cabina è più semplice e quando il bagaglio è pronto mancano ancora più di tre ore all'arrivo di Mascia.

Fa ancora caldo e finché non tramonta il sole non mi cambio per il viaggio. Passeggio lungo le banchine per osservare le barche che sono ormeggiate alla marina. Quando è buio pesto salutiamo Sonia e Massimo e saliamo sul taxi. In tre quarti d'ora arriviamo all'aeroporto che è praticamente deserto.

Il nostro è l'ultimo volo della giornata. Passiamo dal caldo torrido dell'interno dell'isola al gelo dell'aria condizionata e cominciamo ad aggiungere capi di vestiario al nostro abbigliamento.

Lunedì, 5 dicembre 2016.
L'aereo parte puntuale, il viaggio è confortevole anche se siamo nell'ultima fila e balliamo a più riprese. Con un forte vento a favore arriviamo al gate troppo presto. Dobbiamo aspettare che si liberi. Alle 10,30 saluto Michele che prosegue per Padova dallo stesso aeroporto io devo uscire per prendere il bus. Fuori dall'aeroporto c'è il sole ma la giornata è pungente. Forse perché non sono abituato ma ho l'impressione che faccia un freddo cane. Riesco ad anticipare la corsa prenotata e poco dopo mezzogiorno sono a Heatrow. Consegno il bagaglio, passo i controlli di sicurezza e mi accorgo di essere arrivato esattamente nel punto dove due anni fa ero con mia moglie Elisabetta per attendere il rientro a Bologna dopo un fine settimana lungo passato a Londra. Nel centro del ballatoio del terrazzo che dà sul salone sottostante sono appese due grandi sfere luminose con decorazioni natalizie come allora. Mi prende un senso di malinconia anche se è attenuato dal piacere di aver passato una vacanza incantevole.

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