Domenica 9 settembre 2007. Sveglia alle 8 e un'ora dopo partenza. Ripercorriamo la strada che porta all'aeroporto, senza le luci della notte è irriconoscibile: in questa zona della città sono raggruppati la maggior parte dei casinò, frutto della nuova indipendenza.

Fatti pochi chilometri il pullman inverte la marcia per passare nella corsia opposta ed entrare nel sito archeologico dove si trovano i resti dell'antica chiesa circolare di Zvartnots del settimo secolo, dedicata a Surp Grigor Lusavorich (San Gregorio Illuminatore), considerata all'epoca (VII sec.) una delle chiese più belle al mondo, distrutta nel 930 da un terremoto e dimenticata per secoli.

Ora sono state rialzate le colonne e la base delle grosse mura è stata liberata. Il colpo d'occhio è incantevole: le possenti colonne risaltano sullo sfondo della cima innevata del monte Ararat illuminata dal sole del mattino. Sembra che la maggior parte dei turisti presenti in Armenia oggi si sia data appuntamento qui. Le quattro colonne agli angoli della parte interna della costruzione portano

sulla sommità capitelli con delle aquile, simbolo regale.

Proseguiamo la nostra visita diretti a Etchniatsin. Ci fermiamo a visitare prima la chiesa di Santa Hripsimè (618 a.C.), bellissima suora martire, lapidata per aver rifiutato di sposare il re armeno Tiridate III. Crispina era emigrata in Armenia assieme ad altre 32 suore ed a Gaiana, suora priora, per sfuggire alle brame dell'imperatore Diocleziano.

Ci fermiamo di nuovo poco lontano: abbiamo pochi minuti per visitare la chiesa di Santa Shoghakat. Più piccola e con la cripta che contiene i resti della santa. Una nuova sosta nella chiesa di Santa Gayané.

Anche qui è in corso la cerimonia del giorno festivo. Tutt'attorno giardini e orti abbondantemente innaffiati. Non manca, come nelle due altre chiese, la vigna. Davanti all'edificio si trova una pietra dove viene benedetto il sale per il sacrificio degli animali. Ci stupisce l'abbondanza e la varietà di fiori nei giardini attorno alle chiese.

A mezzogiorno arriviamo alla cattedrale di Echmiadzin, (sede del Catholicòs, suprema autorità della Chiesa Apostolica Armena) dedicata a San Gregorio Illuminatore, che ha indicato il luogo che Cristo gli ha mostrato per costruire la prima chiesa. E' in corso la cerimonia con la presenza della somma autorità della chiesa e alle 12,30 esce accompagnato da un numeroso corteo di sacerdoti per raggiungere la sua dimora che si trova di fronte all'entrata della cattedrale: il luogo corrisponde al nostro Vaticano. Fa molto caldo e al sole ci si può fermare solamente pochi minuti. Ogni sosta viene fatta scegliendo un luogo ombreggiato. Finita la funzione visitiamo il tesoro della chiesa che è l'unica dell'Armenia con l'interno affrescato. Ci fermiamo per il pranzo al ristorante Vagharshapat, che si trova di fronte alla chiesa di Santa Hripsimè. Ci viene servita un'ottima trota al forno. Ritorniamo in città per la visita al mercato di artigianato armeno Vernissage che si svolge in un viale del centro poco lontano dalla piazza della Repubblica, ogni settimana il sabato e la domenica. Sono in vendita articoli di ogni genere. Vecchi attrezzi, cose che non servono più, tappeti vecchi e nuovi, stoffe, monili, libri nuovi ed usati sono disposti sotto gli alberi o protetti da improvvisati tendoni. Viktorya aveva ragione: più di un'ora al caldo sotto il sole non riusciamo a resistere e alle 16,30 rientriamo in albergo. Purtroppo qualcuno di noi torna più leggero di quando era uscito. Dalla borsa sono sparite chiavi, carta di identità e denaro. L'unica consolazione è che il passaporto era al sicuro in camera. Alle 19 Santa Messa nella sala conferenze dell'albergo ed alle 20 si parte per andare a cena. Scendiamo in centro ed entriamo nel ristorante. I posti sembrano tutti occupati e la nostra guida si meraviglia che non sia stato preparato un tavolo per noi: "Sta a vedere che questo è il locale prenotato per domani sera!" Non si è portata dietro l'elenco scritto dei posti con le date: "Vi è piaciuto il locale? Si? Allora torniamo qui domani sera!" Raggiungiamo il ristorante Caucaso: piatti gustosi ed ottimo il vino Areni che ordiniamo. Alle 22,45 solo io e Betta scendiamo nella piazza della Repubblica per gustare la vista notturna dei palazzi illuminati, con al centro il museo, sul lato destro il palazzo del governo, sulla sinistra il ministero degli esteri e di fronte a quest'ultimo, il Mariott hotel. In pochi minuti raggiungiamo l'albergo.

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