Mercoledì 16 aprile 2003 Il programma della giornata prevede la visita alla residenza estiva degli zar: il palazzo di Peterhof. |
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La nostra guida Olga é impegnata e così la sostituisce un'altra guida: una nuova Olga. Il nome é molto comune in russia. Alle 9.30 appuntamento al pullman. Ci dirigiamo verso la periferia della città. Alle dacie da una parte si alternano grandi costruzioni dall'altra, conto sino a quindici piani. |
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Sono le case che il regime ha fatto costruire negli anni 70 e che venivano consegnate in base ad una precisa graduatoria. Per poter costruire una dacia veniva assegnato un appezzamento di terreno di 600 metri dove veniva fatto un orto e posta una casa in legno. Ora le case sono rimaste in proprietà agli assegnatari e pian piano vengono ricostruite, ma la maggior parte sono in precarie condizioni. Chi le ha edificate, oggi é vecchio e difficilmente ha la possibilità di restaurarle. Sono in corso grandi lavori in occasione del giubileo e tutta la città é in fermento. La data é vicina e sono in corso gli ultimi preparativi. Stanno asfaltando la strada vicino alla città dove siamo diretti. Vi si trova la residenza estiva destinata al capo dello stato Putin. Per poter lavorare senza problemi hanno predisposto una deviazione che ci obbliga ad un lungo giro. |
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All'arrivo veniamo accolti da una piccola banda di ottoni che comincia a suonare una serie di brani musicali che termina con il nostro inno nazionale. La sessa scena si ripete davanti all'ingresso del palazzo e qui la banda é addirittura in costume. La reggia é stata completamente bruciata durante l'occupazione tedesca dell'ultima guerra mondiale. Molti arredi erano stati nascosti, altri sono stati portati da altre dimore patrizie. Pian piano é stato tutto ricostruito e adesso con i lavori del giubileo vengono aperte altre sale al pubblico. |
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Purtroppo in questa stagione le oltre 170 fontane che vengono alimentate naturalmente da due bacini d'acqua per forza di gravità, sono ancora chiuse ed i giardini sono brulli e spogli. Il luogo é comunque bellissimo. Entriamo nel palazzo. Dobbiamo lasciare i cappotti e le borse al guardaroba e infilarci una specie di pantofole per evitare che la suola delle nostre scarpe danneggi i pavimenti in legno rifatti in base ai disegni originali. Il servizio é gratuito mentre per poter fare fotografie all'interno del palazzo dobbiamo acquistare un biglietto di 100 rubli per le macchine fotografiche e di 200 per le telecamere. Affinché gli addetti alla sorveglianza possano controllare l'avvenuto pagamento del balzello, insieme alla ricevuta ci viene consegnato un post-it giallo che viene attaccato alla tracolla della macchina fotografica. |
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Iniziamo la visita percorrendo i vari saloni. La ricchezza degli arredi é tale da stupirci. Bellissime le tavole apparecchiate e le stufe presenti negli ambienti. Al termine la guida ci fa scegliere se vogliamo andare al mercatino o passeggiare nel parco, così ci dividiamo. Attendiamo l'arrivo del secondo gruppo per iniziare la passeggiata: l'attesa diventa così lunga che chi é andato al mercatino fa in tempo a ritornare dopo aver visto le tre bancarelle aperte. |
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Non siamo ancora in stagione ed i turisti sono pochi. In compenso abbiamo potuto visitare i saloni con la massima calma e riuscire a scattare delle fotografie senza persone estranee in mezzo. |
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La passeggiata si rivela semplicemente l'arrivo al mare lungo i giardini. La riva del golfo é ancora completamente gelata ed il giardino, ancora addormentato, ha un suo particolare fascino. Quando la primavera sarà sbocciata questo luogo deve essere incantevole. Il sole si é leggermente velato ma non piove e non tira vento, passeggiare é piacevole. |
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Pranziamo al ristorante Gallery che si trova in un'ala del palazzo: insalata mista, pollo arrosto, verdure cotte e patate lesse, panna montata con scaglie di cioccolato e frutta secca. Caffè o tè per finire. Torniamo al pullman che non é parcheggiato dove ci ha scaricato ma in un parcheggio al di là del mercatino. Mancano all'appello due signore. Ricerca spasmodica, poi vengono ritrovate là dove il pullman si era fermato e, non vedendolo, si stavano preoccupando. Daniela non solo le ha ritrovate ma si accolla la colpa del ritardo per la partenza. Come al solito si rivela perfetta. Il rientro é laborioso per la deviazione ed il traffico. Il programma prevede pomeriggio libero ed anziché fermarci in albergo, proseguiamo portando in centro la parte di noi che non partecipa all'escursione facoltativa del pomeriggio. Non é previsto un appuntamento per il rientro. C'é chi insiste per poter essere prelevato al termine della passeggiata e Daniela, per evitare ogni possibile discussione, dà appuntamento a tutti in piazza delle arti, poco lontano dalla prospettiva Nevskij per le 19 e 45. Sbarco della prima metà del pullman davanti a Sant'Isacco, mentre chi rimane prosegue per San Nicola, una delle poche chiese ortodosse dove il culto non é stato mai sospeso durante il comunismo. |
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La chiesa bianca ed azzurra con le cuspidi dorate é divisa in due parti. La parte superiore si apre al culto solo la domenica, la parte sottostante, piena di icone, é aperta alla preghiera. L'ambiente, pieno di immagini sacre, é suggestivo. Una signora del gruppo, entrata in chiesa, si sente spingere alle spalle come se qualcuno volesse passare avanti. Tornata in pullman si é accorta che erano spariti dalla tasca dello zainetto il telefonino ed il portafoglio. |
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Neanche in chiesa puoi stare tranquillo. Ma un gruppo di turisti é una vittima troppo ghiotta, scopriamo che in altre occasioni altri due del gruppo hanno subito tentativi di borseggio. Per fortuna nel portafoglio c'erano pochi spiccioli e con una telefonata la scheda del cellulare é stata bloccata, ma l'apparecchio é perso. La gita prosegue parte in pullman parte a piedi. Prima ci fermiamo a guardare incuriositi il lavoro di un vecchio e sbuffante rompighiaccio che sta liberando i canali, poi visitiamo i luoghi a cui Dostoevskij si é ispirato per ambientare "Delitto e castigo". Entriamo in vari cortili attraverso piccoli tunnel bui a tal punto, che Simonetta non si avvede di una buca, inciampa e cade rovinosamente. Il rumore che provoca é tale da farci temere il peggio. Ma per fortuna lì per lì non sembra si sia fatta nulla di grave. Olga prosegue raccontandoci delle vicende dei personaggi del romanzo e ci parla in particolare di Sonia Marmelladova che aveva davanti a sé o la strada o il fiume, ma che, finita in galera si redime. Qualcuno, in modo irriverente per il grande autore, pensa ad una nuova telenovela per il personaggio: un incontro appassionato con Igor Paninòv, mentre Vladimir Burrovskij si mette in mezzo. Al termine del nostro giro torniamo sulla prospettiva Nevskij esattamente nello stesso tratto che abbiamo percorso ieri. Una piccola puntata in una libreria ed in un nuovo negozio uguale ad ottobre rosso, di cui apprezziamo non tanto i prezzi astronomici, ma i bagni accoglienti e puliti. Rientro in albergo alle 20.40, un salto in camera ed eccoci a cena. Daniela ci ha preavvertito che si sarebbe trattato di una specie di buffet. In effetti non era un vero e proprio buffet, anche se i cibi erano pronti in grande quantità e la loro qualità era ottima. Sui tavoli mancavano bicchieri e posate. Piatti e pane erano finiti ed i camerieri non accennavano a muoversi per rifornirli. Terminiamo la serata con l'ormai consueto vodka party. |
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