Domenica 3 ottobre 2010


La colazione fuga ogni dubbio sulla validità del cambio di albergo: ottima per qualità ed abbondanza. Nonostante siano le prime ore del giorno fa già caldo. Sembra che qui il fresco non venga mai. Alle 8 si parte diretti al mar Morto. Imbocchiamo la strada che ci porta alla grande depressione. Nel centro della valle c'è un po' di vegetazione. Tutt'attorno terra, sassi e montagne. Sulla destra quelle giordane e sulla sinistra quelle israeliane. Ai piedi delle prime nulla, ai piedi delle altre insediamenti agricoli. La parte giordana è militare ed è proibito costruire case. Alle 10,30 sosta al Beir Mathkour cafè. Il nostro autista, che poco prima si era divorato mentre guidava due merendine caloriche, addenta un grosso panino. Quasi all'improvviso cominciamo a scendere nella depressione. Alberi di acacia fiancheggiano la strada, scorgiamo palmeti e bananeti. Poi finalmente il mare. Per il vento si è alzata la polvere che ha ridotto la visibilità e non riusciamo a vedere la riva opposta del mare. Ci fermiamo per vedere i depositi salini lungo la sponda, poco prima del ponte sul uadi Al-Mawjib che scorre lungo la valle del Mujeb che abbiamo attraversato percorrendo la strada dei re,. La breve fermata raccoglie una grande quantità di mosche che ci importunano. Alle 12,30 arriviamo al Dead Sea Hotel che si trova assieme ad altri grandi alberghi sulle rive del mar Morto, lontano da centri abitati. Pranzo a buffet e poi distribuite le chiavi tutti in camera. Fuori c'è un caldo feroce ed in spiaggia non si può resistere. Decidiamo assieme ad altri 5 compagni di viaggio di fare l'escursione che tutti assieme non siamo riusciti ad organizzare per il basso numero di adesioni. Prenotiamo un'auto a sette posti con autista, per raggiungere il luogo del battesimo di Cristo. Partenza alle 14,30 e arriviamo così al centro accoglienza. Paghiamo i biglietti ed abbiamo qualche difficoltà a capire come si svolgerà la visita. Ci dicono di aspettare la guida che parla solamente inglese. Betta si accorge che sono a disposizione delle audioguide in italiano: ne vuole una e si inoltra lungo quello che sembra l'inizio del percorso di visita anticipando l'arrivo della guida. Arriviamo ad una serie di costruzioni con pochi negozi quasi tutti chiusi e non capiamo come poter proseguire. Uno dei commessi ci fa capire che dobbiamo ritornare sui nostri passi. Dobbiamo attendere, oltre alla guida, una navetta che ci porterà all'inizio del percorso di visita. Aspettiamo parecchi minuti attaccati da un nugolo di mosche. Finalmente arriva il pulmino che, fatti pochi chilometri, ci porta al luogo dove inizia il percorso da fare a piedi lungo un sentiero contornato da tamerici. Le foglie degli arbusti ricoperte dalla polvere sono di un colore più tendente al grigio che al verde.

Passiamo di fianco ad alcune chiese in costruzione. Ad ogni confessione cristiana è stato concesso di realizzarne una. Arriviamo alla riva del Giordano nell'unica zona in cui ci si può avvicinare al corso d'acqua, il resto è zona militare di confine, dato che l'altra sponda del fiume appartiene allo stato di Israele.

Giungiamo in un punto dove sono state ritrovate le fondamenta di antiche chiese bizantine. Il luogo dovrebbe corrispondere a quello in cui è stato battezzato Cristo.

Poco lontano una terrazza in legno con una vasca in pietra piena d'acqua del Giordano dove i fedeli possono rinnovare la promessa battesimale. Sull'altra riva una seconda terrazza dove arrivano i pellegrini provenienti da Israele. Un gruppo slavo canta e prega. Con emozione mi unisco a loro, mentre due soldati, uno israeliano, l'altro giordano vigilano armati di mitra.

La loro presenza in un tale contesto risulta completamente fuori luogo. Rientriamo al punto di partenza. Ci fermiamo per più di mezz'ora all'ombra di una piccola tettoia in attesa della navetta. Il termometro segna 38,9 gradi. Ritorniamo in albergo alle 17 e ci prepariamo per tuffarci nelle acque del mar Morto. La sensazione è strana. L'acqua al contatto con la pelle sembra untuosa. Bisogna evitare accuratamente il contatto con gli occhi e si galleggia comodamente assumendo una posizione supina, come se stessimo seduti su una sedia a sdraio. Quando si sollevano le gambe schizzano letteralmente verso l'alto mentre è difficoltoso fare il movimento opposto per rimettersi in piedi. Doccia, cena e poi due chiacchiere al caldo della notte.

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