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Passiamo di fianco ad alcune chiese in costruzione. Ad ogni confessione cristiana è stato concesso di realizzarne una. Arriviamo alla riva del Giordano nell'unica zona in cui ci si può avvicinare al corso d'acqua, il resto è zona militare di confine, dato che l'altra sponda del fiume appartiene allo stato di Israele. |
Giungiamo in un punto dove sono state ritrovate le fondamenta di antiche chiese bizantine. Il luogo dovrebbe corrispondere a quello in cui è stato battezzato Cristo. |
Poco lontano una terrazza in legno con una vasca in pietra piena d'acqua del Giordano dove i fedeli possono rinnovare la promessa battesimale. Sull'altra riva una seconda terrazza dove arrivano i pellegrini provenienti da Israele. Un gruppo slavo canta e prega. Con emozione mi unisco a loro, mentre due soldati, uno israeliano, l'altro giordano vigilano armati di mitra. |
La loro presenza in un tale contesto risulta completamente fuori luogo. Rientriamo al punto di partenza. Ci fermiamo per più di mezz'ora all'ombra di una piccola tettoia in attesa della navetta. Il termometro segna 38,9 gradi. Ritorniamo in albergo alle 17 e ci prepariamo per tuffarci nelle acque del mar Morto. La sensazione è strana. L'acqua al contatto con la pelle sembra untuosa. Bisogna evitare accuratamente il contatto con gli occhi e si galleggia comodamente assumendo una posizione supina, come se stessimo seduti su una sedia a sdraio. Quando si sollevano le gambe schizzano letteralmente verso l'alto mentre è difficoltoso fare il movimento opposto per rimettersi in piedi. Doccia, cena e poi due chiacchiere al caldo della notte. |
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