Lunedì 12 marzo 2007. |
Proseguiamo la visita lungo i cortili, le tettoie ed i porticati. Il posto bellissimo dà un'impressione di non finito, di non abitato e poco pratico per la vita quotidiana di un'intera reggia. Usciamo dal primo gruppo di edifici e ci spostiamo verso la moschea. |
Nel tragitto ci disperdiamo e quando entriamo, dopo esserci tolte le scarpe, pensiamo di essere gli ultimi del gruppo e ci affrettiamo per raggiungerlo. Veniamo presi in custodia da una serie di ragazzi che dichiarano di far parte della scuola coranica ed affermano che vogliono accompagnarci per migliorare la conoscenza delle lingue e di non volere denaro. Ci conducono alla tomba del santo Sufi Salim Cristi, una bianca ed elegante costruzione in marmo sulla destra del cortile con un porticato interno chiuso da grate finemente intagliate. Il monumento che racchiude la tomba del santo è rivestito di madreperla. Alle 12,30, dopo essere entrati in Rajastan, ci fermiamo per il pranzo a Bharatpur nella reggia di un maharaja ora trasformata in albergo il Laxmi Vilas Palace. Alcuni approfittano del sole che è tornato per una nuotata in piscina o per fare un bagno di sole. Poco dopo le 14 si riparte. Ci aspetta un lungo tragitto di 184 chilometri. I lavori in corso per raddoppiare la larghezza della strada rallentano ulteriormente la marcia. A fianco della strada campi di grano ancora verde e segale. Vediamo da lontano una serie di ciminiere che preannunciano il passaggio in una zona dove vengono preparati i mattoni. Ci incuriosisce la presenza di dromedari che qui vengono impiegati non solo come bestie da soma ma anche per tirare i carretti. Incontriamo una lunga fila di questi animali. Il pullman si ferma per farci fotografare la scena e scendiamo rischiando di venire investiti dai mezzi che transitano nelle due direzioni e nonostante l'ostacolo costituito dal nostro pullman non rallentano. E' qui che diamo prova di essere dei veri turisti che non temono di buttarsi sotto un camion per fotografare un dromedario.
Martedì 13 marzo 2007 |
Ci fermiamo davanti al Hava Mahal, il palazzo dei venti, gigantesca cortina che permetteva alle donne della corte di assistere alle parate reali o alla vita quotidiana della città senza essere viste. Al di là della facciata di colore rosa e bianca, non esiste un palazzo. Facciamo subito questa visita per approfittare della miglior illuminazione che c'è nelle prime ore mattutine. |
Per ammirarla siamo costretti ad attraversare la strada e non è impresa facile. Nonostante siamo in molti, nessuno si ferma, anzi tutti continuano ad avanzare alla stessa velocità e si attaccano al clacson. Scattiamo tutti le foto rituali: A Luciana sfugge di mano la macchina digitale e cade a terra. Purtroppo l'impatto avviene con l'obiettivo aperto che si piega e addio foto. E' disperata, si informa dove possa trovare un fotografo che possa riparargliela per andarci subito, ma intervenire sulle nuove macchine fotografiche non è facile e nessuno qui è attrezzato per farlo. |
Qui è stata organizzata una elefantovia che partendo dal fondo della valle sale passando attraverso due porte della fortezza sino al cortile. Decine di animali procedono lungo la strada, pieni di turisti sul lato sinistro e vuoti sulla destra. Per salire sugli animali c'è un terrazzo a cui le bestie man mano si accostano e due alla volta le persone prendono posto sulla cesta metallica che si chiude con un gancio. |
Alla partenza, come nelle migliori stazioni sciistiche durante le vacanze di Natale, una fila impressionante in attesa del proprio turno. Mi domando quale sia la portata oraria dell'impianto. |
Do subito l'allarme ed il conducente dell'animale che ci segue dà gli opportuni ordini all'elefante che con la proboscide la raccoglie. Ringrazio con una buona mancia chi ha salvato i nastri del viaggio girati sin qui. All'arrivo un nuovo terrazzo su cui scendere. |
Arrivati alla sommità Dash ci invita ad entrare sotto un porticato dove ci sono delle panche per toglierci le scarpe. Ma come, ieri ci aveva detto che per la visita di oggi non sarebbero serviti i calzini o le soprascarpe e di lasciarli in albergo ed ora dobbiamo girare per tutta la fortezza scalzi? Le stanze sono state concepite per il refrigerio dei principi: da una cisterna scendevano cascatelle d'acqua attraverso aperture sui muri di marmo. |
Nella parte est del cortile si trova il Shish Mahal, rivestito di specchi con vetrate colorate. Belli i bassorilievi in marmo con decorazioni floreali. Curiosa quella che sembra un fiore, coprendone alcune parti appare la testa di un elefante, la coda di uno scorpione o due cobra. Usciamo dal palazzo e scendiamo a piedi. |
Petulanti venditori che già ci avevano assillato mentre facevamo la fila per salire sugli elefanti ci propongono gli stessi oggetti: magliette, braccialetti, elefantini, rudimentali strumenti musicali ad arco... A questi si aggiungono i fotografi che ci hanno immortalato mentre eravamo in groppa agli elefanti. |
Prosegui |