Venerdì 28 novembre 2014

L'idea è venuta a mia moglie Elisabetta. Un'agenzia di Bologna organizzava un tour di quattro giorni a Londra per la fine di novembre. Ne ha parlato con i nostri cugini Sandra e Remo, che hanno vissuto a Londra per più di un anno e sarebbero venuti volentieri anche loro. Tuttavia il prezzo ci sembrava elevato rispetto a quanto offriva il viaggio, allora abbiamo interpellato l'agenzia Corcovado che ha trovato volo ed albergo ad un prezzo più accessibile. Non avevamo più a disposizione l'accompagnatore, però i nostri cugini potevano sostituirlo egregiamente. Abbiamo deciso di non prenotare il tour guidato, di non acquistare il London Pass e di stabilire lì per lì il da farsi. L'appuntamento con i nostri compagni di viaggio, che vengono da Padova, è fissato per le 11,30 all'aeroporto di Bologna per il check-in. Nostra figlia Silvia ci accompagna e quando arriviamo troviamo Sandra e Remo che hanno già la carta d'imbarco. Consegnamo anche noi le valige in un attimo, dato che i posti li ho già fissati ieri sera servendomi del collegamento internet. Era un po' di tempo che non ci incontravamo e sono tante le cose da raccontare, così l'ora dell'imbarco arriva velocemente e ci coglie all'improvviso. Abbiamo appena il tempo di ingurgitare una brioche e di fare una capatina nella toilette. L'aereo della British Airways è un Airbus 330 che decolla puntuale. Il tempo nebbioso sembra volerci preparare a quello che spesso si trova nella nostra meta. Arrivati in quota brilla il sole e quando finiamo di sorvolare la Manica distinguiamo sotto di noi le bianche scogliere dell'isola. Il volo dura meno di due ore e dobbiamo attendere che il gate si liberi. Siamo arrivati con un lieve anticipo, sospinti da un vento favorevole che soffiava a 12 miglia. Gli amici ci avevano preannunciato che avremmo trovato a Heathrow una gran confusione, invece niente di tutto questo. L'aeroporto è bellissimo, ben organizzato e la lunga fila al controllo dei passaporti si muove velocemente. Quando arriviamo al nastro trasportatore che distribuisce i bagagli, troviamo già lì le nostre valige che stanno girando. Saliamo su un comodo taxi che ci porta sino in centro davanti al nostro albergo, l'hotel Beauchamp che si trova al 24 di Bedford Place. La strada è piena di piccoli alberghi ricavati nelle vecchie abitazioni, unite le une alle altre in un unico caseggiato uniforme, lungo quanto tutta la via, formato da scantinato e quattro piani fuori terra. La camera è piccola ma accogliente e pulita. Due sedie, un appoggia valige un letto a due piazze, o meglio, da una piazza e tre quarti tanto è stretto, uno scrittoio ed un televisore piatto in cui è possibile sintonizzare i programmi della Rai. Scendiamo dopo un quarto d'ora per uscire prima che diventi buio del tutto. In cielo appare la luna mentre il sole è già tramontato. Ci dirigiamo verso Bloomsbury Square, la piazza alberata che dà il nome al quartiere. Giriamo a destra in Russel Street e fatti pochi passi ci troviamo davanti al British Museum. Appena entrati ci troviamo, di fronte alla sala di lettura, in quello che un tempo era un giardino ed adesso è stato trasformato in un grande atrio ricoperto da una cupola anulare in metallo e vetro. Giriamo a sinistra per raggiungere le collezioni egizie. Pur essendo stato in Egitto non avevo mai visto manufatti così belli e preziosi. Proprio davanti all'ingresso della sezione è esposta la stele di Rosetta, di cui tanto avevo sentito parlare durante gli studi al Liceo, con il medesimo testo scritto in latino, greco e caratteri geroglifici. Il suo ritrovamento ha permesso di trovare la chiave di lettura dell'antica scrittura egizia. L'ingresso è gratuito e il museo è affollato, ma tutti i reperti sono ben esposti e si possono esaminare con comodità nonostante la grande affluenza.


All'inizio della sezione dedicata alla mesopotamia attirano la nostra attenzione le statue, chiamate Lamassu, che rappresentavano spiriti benefici e venivano poste in coppia all'ingresso dei palazzi per proteggerli dalle forze demoniache. Proseguiamo lungo le sale dedicate all'antica Grecia dove sono esposti gioielli e vasi. Raggiungiamo il monumento delle Nereidi proveniente da Xanto, antica città della Licia.

Proseguiamo lungo le sale diretti alla galleria Duveen dove sono raccolti i pannelli del fregio che correva intorno alla cella del Partenone di Atene, le statue dei timpani e 15 metope. Quando ho visto ad Atene il monumento mi è apparso stupendo. Rendermi conto oggi di cosa gli è stato tolto mi ha dato la consapevolezza che dovesse essere una meraviglia senza pari.

Percorro la sala più volte, rapito dalla bellezza delle sculture. Saliamo al piano superiore per visitare la sezione dove sono raccolte le mummie ed i loro sarcofagi per poi passare a quella dei vasi greci.

Quando usciamo alle 18 è già buio da tempo ed il caldo, che abbiamo sentito al nostro arrivo per la giornata assolata, ora non c'è più. Soffia un vento freddo. Nel pomeriggio ci eravamo alleggeriti, ora sentiamo il bisogno di tornare in albergo per prendere sciarpa e cappello. Quando usciamo dall'hotel ci dirigiamo dalla parte opposta verso Russel Square, passiamo attorno al giardino della piazza recintato da una robusta cancellata in ferro ed imbocchiamo Bernard Stret per arrivare al Brunswick, una zona pedonale fra due caseggiati con terrazze a scalare, su cui si affacciano una serie di negozi ed in fondo un grande magazzino. Al centro, nella fontana è stato allestito un argenteo albero di natale a luci cangianti. Quando stiamo per uscire dal centro commerciale all'aperto, sull'angolo ci attrae un ristorante italiano: Carluccio's. Una cena gustosa servita da un gentile cameriere siciliano.

Ci fanno sedere in un tavolo nel centro del locale. Davanti alle cucine, sul lato destro del loro ingresso, un cartello mal disposto indica la presenza dei bagni, mentre l'ingresso, pur trovandosi dietro al cartello, è in fondo alla sala, ben lontano dall'indicazione. Tutti gli avventori che cercano di andare in bagno sbagliano direzione. Uno più distratto degli altri arriva direttamente in cucina.

Con cinquanta sterline, mancia compresa, mangiamo in quattro. Ottimo il paté di pollo ed i ravioli di spinaci e ricotta che ho ordinato, anche a Betta sono piaciuti gli gnocchi al gorgonzola e a Sandra e Remo la zuppa di sedano e rape. Quando usciamo scopriamo che sono cadute alcune gocce di pioggia, ma ora non piove più. Facciamo una passeggiata lungo Sounhamton Row. Molti locali sono italiani e meraviglia Sandra che molti negozi, nonostante l'ora siano ancora aperti. Quando lei abitava qui alle 17 tutto chiudeva. Rientriamo in hotel alle 22, quando sta ricominciando a piovere. L'appuntamento è per domani mattina nella sala ristorante dell'albergo per la colazione che inizia alle 8. Quando Betta è già addormentata e sto per coricarmi, suona un allarme. Temo di averlo fatto scattare io alzando troppo la temperatura della stanza, dato che avviene proprio mentre sto armeggiando col diabolico comando del termostato e pochi istanti dopo smette di suonare, ma veniamo a sapere la mattina dopo che si è trattato di un inconveniente in cucina.

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