Lunedì 28 dicembre 2009

"I passeggeri diretti in Siria possono rivolgersi allo sportello informazioni di fronte al gate H1". Questo è il sibillino messaggio che ascoltiamo mentre siamo in attesa di partire per Aleppo dall'aeroporto di Fiumicino. Ci siamo svegliati alle 4,15 per prendere il volo delle 7,10 da Bologna per raggiungere il gruppo dell'Arcal Rai che è in procinto di partire per il tour della Siria e passare là il Capodanno. Anche i cugini Sandra e Remo sono riusciti a far parte del gruppo e a Roma abbiamo incontrato Marianna che finalmente ha lasciato il lavoro e, per poter viaggiare, deve conciliare solo gli impegni di nonna. All'imbarco abbiamo incontrato la nostra accompagnatrice Valentina Terrinoni, una giovane ragazza dai capelli neri, che indossa sempre abiti dello stesso colore, e gli altri componenti del gruppo di quarantaquattro persone. L'aereo doveva partire alle 13,30 ma ormai sono passate le 14 e non abbiamo notizie. Allo sportello informazioni ci spiegano che la partenza è stata rimandata di alcune ore e la compagnia ci offre un ristoro. Abbiamo qualche difficoltà nel capire dove avverrà la distribuzione dei viveri. Grazie alla lunga fila di passeggeri in attesa di poter addentare un panino freddo e raffermo, riusciamo a trovare il pub dove è prevista la distribuzione delle vivande. Quando è passata la nuova ora indicata per partenza, siamo ancora in attesa senza notizie. Arriva un addetto con un giubbotto arancione che ci informa che l'aereo è atterrato ma ci sono alcuni problemi nello smistamento dei bagagli. Una signora che si lamenta di aver dovuto aspettare più di tre ore ottiene una sorprendente risposta: "E' per questo che vi abbiamo offerto un ricco snack!"... e non sappiamo se l'uomo col giubbotto ci stia prendendo più in giro per i bagagli o per i panini. Alle 17 cominciamo ad imbarcarci e alle 18,15 decolliamo per atterrare all'aeroporto di Aleppo quattro ore dopo. Metà del gruppo prosegue per Damasco e inizierà il tour da quella città, mentre noi lo faremo in senso inverso. Per uscire dall'aereo dobbiamo mostrare la carta di imbarco. Remo non la trova, ma riesce ugualmente a passare. E' difficile pensare che qualcuno sia salito sull'aereo senza carta di imbarco, ma se la perde... resta a bordo? La nostra Guida Najib Khayat raccoglie i passaporti che consegna agli addetti per i controlli assieme al visto collettivo e ci invita ad aspettare con calma e pazienza. La procedura adottata è estenuante: prima viene controllata la corrispondenza dei documenti con il visto collettivo e qui avrebbe forse agevolato ritirare i passaporti non alla rinfusa ma secondo l'ordine dell'elenco, poi, uno ad uno, vengono registrati i documenti a terminale e viene apposto il timbro di ingresso. Man mano che gli impiegati hanno terminato, Najid ritira il documento e lo consegna al proprietario che può passare col documento aperto alla pagina dove è stato apposto il timbro. Nessuno controlla la corrispondenza del viso con la foto del documento. Dopo più di un'ora e mezza raggiungiamo il pullman. Abbiamo qualche difficoltà per caricare i bagagli: giovani facchini si intrufolano chiedendo preventivamente mance e, quando non le ottengono, abbandonano le valige intralciando le operazioni di carico. Più volte Najib li caccia ma ritornano fastidiosi come mosche. Arriviamo all'hotel Dedeman a mezzanotte. Anche all'ingresso dell'albergo, come all'uscita dall'aeroporto, i bagagli vengono controllati coi raggi. Cena a buffet poi, all'una, dopo venti ore senza sonno, andiamo finalmente a letto.


Martedì 29 dicembre 2009

Alle 8,30 siamo già tutti in pullman. Ci dirigiamo alla Cittadella posta sulla sommità di un'altura, all'estremità orientale del suq, che domina la città e ne costituiva il principale sistema difensivo. Entriamo nell'area fortificata percorrendo un ponte a gradoni per giungere alla porta di ingresso che era collocata sul lato destro e non di fronte per impedire il successo di cariche con l'ariete. La porta è rinforzata con decorazioni a forma di ferro di cavallo. Saliamo lungo la strada principale sino ad arrivare alla grande moschea di epoca duecentesca con il minareto ayubida a forma quadrata ed al terrazzo di fronte al bar ricavato nella caserma all'estremità nord della cittadella. Dal terrazzo si gode una bella vista panoramica della città. Il cielo è coperto ed a tratti si apre lasciando passare i raggi del sole che illuminano la città cambiando il colore delle case da grigio a bianco, dandoci un piccolo saggio di come sarebbe stata la vista col sole. Cominciamo a scendere e giriamo a sinistra verso la residenza del sultano. Al di là di un portale a volta decorata di "mucarnas" (le stalattiti) si trova il bagno col calidarium ed il frigidarium. Proseguiamo verso est sino ad arrivare all'ingresso della sala del trono, posta sopra l'entrata principale. La grande sala è stata restaurata da poco ed è stato ricostruito il tetto. Una grande cupola centrale permette di illuminare la grande stanza ed il soffitto in legno proviene dalla casa della famiglia "al-Aidi" di Damasco. Dall'interno della sala scendiamo sino a giungere all'ingresso della fortificazione. Risaliamo sul pullman ed usciamo dalla città diretti verso nord ovest. Arriviamo a Qala'at Samaam per visitare la basilica di San Simeone. Percorriamo una quarantina di chilometri lungo un paesaggio di roccia calcarea senza alture di rilievo e con una terra di colore rosso intenso. In mezzo ai sassi: ulivi e viti.

Il santuario sorge su una collinetta che sovrasta la valle.

Al centro della Basilica i resti della colonna dove Simeone lo stilita ha passato la maggior parte della sua vita durante il quinto secolo dopo Cristo.

Della colonna, che era alta diciotto metri ed è stata distrutta dai fedeli a caccia di una reliquia, resta solo un misero pezzo. Le rovine sono suggestive e mostrano un edificio imponente per l'epoca. Di fronte il battistero.

Ritorniamo nel centro di Aleppo e pranziamo nel miglior ristorante della città: Beit Sissi (la casa di Sissi) che si trova in un edificio del diciassettesimo secolo. Il pranzo ci viene servito nel cortile. Per il caffè e le bevande spendiamo una cifra poco inferiore al prezzo medio del pranzo indicato sulla guida. Usciamo dal locale poco dopo le 15,30 ed andiamo al suk che si trova nella vecchia Medina della città. I negozi si aprono sotto le volte delle gallerie di una grande costruzione e sono ancor oggi il centro della vita commerciale della città. Prodotti caratteristici sono il sapone all'olio di oliva, i tessuti e gli oggetti in argento. Ci aspettiamo di incontrare frotte di asini che trasportano le merci all'interno del grande mercato ma ne vediamo uno solo che scorazza avanti ed indietro per le vie senza trasportare nulla, mentre piccoli furgoncini malridotti trasportano ingombranti pacchi. L'appuntamento per il ritorno è alle diciotto all'uscita del mercato di fronte alla cittadella. Giungiamo con qualche minuto di anticipo e vorremmo andarcene al più presto. E' piovuto e l'umidità aumenta la sensazione di freddo. Finalmente accompagnati dalla voce dei Muetzin che chiamano alla preghiera risaliamo in pullman che fa un lungo giro per mostrarci varie zone della città prima di raggiungere l'albergo. Controllo delle borse all'ingresso ed alle 18,45 rientriamo in camera per un breve riposo prima della cena.

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