Domenica 3 gennaio 2010
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Dopo una notte rumorosa per il frastuono della festa di nozze che si è svolta nell'albergo e il rumore incessante del traffico, facciamo una colazione principesca. Al buffet c'è di tutto di più. C'è anche un cuoco che prepara deliziose omelette. Alle 8,30 partiamo diretti al Museo Nazionale. Siamo i primi ad entrare. All'ingresso dell'esposizione è stata ricomposta la facciata di un palazzo che si trovava nel deserto. I reperti sono raggruppati in base al sito in cui sono stati ritrovati. La loro disposizione è un poco datata e il museo avrebbe bisogno di un finanziamento per valorizzare di più i pezzi esposti. |
Visitiamo prima la sala di Ugarit dove si trovano le tavolette di argilla con la scrittura cuneiforme, quella di Ebla dove è esposto il bacile in pietra che, trovato per caso, ha rivelato la presenza dei reperti archeologici ed il busto di un re che, grazie all'iscrizione che vi era incisa, ha permesso di identificare con certezza il sito come quello della città di Ebla. Visitiamo la sala della città di Mari con arnesi e armi in bronzo ben conservati e le statuette votive con le gonne di piume e gli occhi di pietra nera. Passiamo nella seconda sezione del museo, scendiamo nel sotterraneo per vedere una tomba ipogea di Palmira che è stata trasportata qui. Saliamo di nuovo al piano terra per vedere i mosaici e per ammirare gli affreschi della Sinagoga ritrovata a Dura Europos che raffigurano episodi del Vecchio Testamento. Alle 11,20 siamo di nuovo in pullman per raggiungere la parte occidentale dell'antica città. Percorriamo la strada principale coperta da una tettoia a volta. Numerosi negozi si affacciano sulla strada ma non possiamo fermarci. |
Dobbiamo Raggiungere la moschea e alla fine della tettoia ci troviamo davanti all'ingresso principale posto a ovest. Ma a noi non è consentito passare di qui. Bisogna entrare nel cortile dalla porta posta sul lato nord ma prima le donne devono coprirsi indossando un impermeabile verde scuro con cappuccio, lungo sino ai piedi e tenerlo ben abbottonato per evitare di mostrare gambe e capelli. Giunti alla porta ci togliamo le scarpe ed entriamo nel grande cortile. Il pavimento è così lucido che il porticato che si sviluppa su tre lati ci si rispecchia. |
Entriamo nella sala della preghiera a forma di basilica dal lato ovest. Al centro un'alta cupola e nel braccio opposto a quello da cui siamo entrati la tomba di San Giovanni. Nel centro sotto la cupola un'area riservata dove stava il Califfo contornato da guardie. I primi quattro Califfi sono stati tutti assassinati e gli altri hanno iniziato a prendere maggiori precauzioni. Usciamo nel cortile dalla parte opposta e raggiungiamo l'ingresso dove abbiamo lasciato le nostre scarpe. Giriamo attorno alla moschea e ci dirigiamo a est. Imbocchiamo un passaggio e seguendo una serie di stretti vicoli arriviamo al ristorante Beit Sitti ricavato nel cortile di una abitazione. Terminato il pranzo a buffet proseguiamo il nostro cammino lungo le strette vie sino a giungere davanti alla casa del governatore Azem. L'ampio cortile è contornato da varie costruzioni. Incontriamo qui l'altro gruppo Rai che sta facendo lo stesso tour al contrario. Questa sera saremo assieme alla cena d'addio. Davanti all'ingresso del palazzo nella piccola piazzetta entriamo nel negozio di tappeti e tessuti George Dabdoub dove secondo la guida è possibile comprare bene. Infatti molti di noi escono dal negozio con un sacchetto di plastica a righe gialle e rosa. Percorriamo la strada Bab Shargi sino ad arrivare davanti alla porta nel quartiere cristiano. Giriamo a sinistra per visitare la casa di Anania ora trasformata in una chiesa. La stretta via non è a senso unico e le automobili si trovano in direzioni opposte senza la possibilità di avanzare. Difficile stabilire quale delle due debba retrocedere sino ad un punto che permetta di far passare i due mezzi. Alle 17 e trenta torniamo alla porta orientale e saliamo sul pullman per raggiungere l'albergo. Dopo due ore torniamo nuovamente alla Porta da cui siamo partiti. Fatti pochi passi a piedi svoltiamo a sinistra e troviamo ad attenderci un gruppo di figuranti che accompagnati da un tamburo ed un piffero cantano canti di benvenuto e ci accompagnano sino al ristorante Oriental. Non manca nemmeno un duello figurato con scudi e spade. Siamo quasi novanta a tavola ed hanno organizzato una cena a buffet. La fila che facciamo per servirci nell'unica sala allestita non finisce più. |
Lunedì 4 gennaio 2010 Riusciamo a chiudere le valige con una calibrata distribuzione delle cose che lungo il viaggio sono aumentate. Oggi abbiamo la mattinata a disposizione. Il pullman ci porta davanti alla Cittadella e ci lascia poco lontano dalla statua del Saladino. Percorriamo nuovamente la via del suk Al-Hamidiyya coperta dalla struttura metallica in ferro e lamiere. I negozi stanno aprendo e lungo la strada ci sono poche persone. E' piacevole passeggiare. Il cielo è sereno appena più velato di ieri. Giunti in prossimità della Moschea giriamo a sinistra per raggiungere la Madrassa Az-Zahariyya e quella di Adeliyya. Si trovano una di fronte all'altra e sono state costruite nel XIII secolo. La prima è in restauro mentre la seconda è visitabile pagando 50 lire siriane. |
L'addetto ci conduce a visitare la tomba di Al Adel Seifal Din che ha portato a termine la costruzione. La tomba si trova nella sala sotto la grande cupola dove sono ammassati su vecchi scaffali numerosissimi libri. La madrassa ospita una biblioteca. Nel cortile mi avvicino ad una finestra e scorgo tre giovani studentesse. Le saluto e mi aprono la porta per farmi entrare nella stanza dove stanno catalogando i volumi. Proseguiamo verso la porta del mercato dove sono raggruppati i negozi di casalinghi per trovare una tazza per la collezione di Carlotta, la figlia di Marianna, ma la ricerca è difficile e infruttuosa. |
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Proseguiamo verso sud-est per cercare i negozi di frutta secca e di spezie. Riusciamo ad arrivare davanti all'Ecole Azem. Costruita nel 1770 dalla Famiglia Azem, era in origine una madrassa. Bellissimo il cortiletto interno circondato da una galleria a tre piani . Nelle piccole stanze ora si trovano vari negozi di stoffe. Cominciamo a dirigerci verso il luogo dell'appuntamento, ma prima passiamo davanti alla Grande Moschea per darle un'ultima occhiata e qui Marianna trova la tanto cercata tazza. |
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A mezzogiorno puntuali siamo in pullman per andare a pranzo al ristorante Al Kamal, poco lontano dal centro. Poco prima delle 14 ripartiamo e raggiungiamo l'aeroporto. Le operazioni di imbarco si fanno caotiche. Passiamo il controllo di tutti i bagagli poi facciamo la fila per il check-in. La stampante di un terminale si inceppa ed aspettiamo bloccati davanti allo sportello. Un errore sul biglietto di Sandra ci blocca per una buona mezz'ora e costa a nostra cugina l'abbinamento del posto di fianco a Remo. Al controllo dei passaporti si ripete la stessa manfrina dell'arrivo: Najib ritira tutti i passaporti, li porta all'addetto che controlla la lista del visto. Dopo un'ora finalmente li riconsegna timbrati, perché possiamo mostrare il timbro ad un altri incaricato. Finalmente arriviamo al gate di imbarco. Il volo è annunciato con un'ora di ritardo e diventa difficile poter proseguire questa sera per Bologna. Si aprono le porte e passiamo un nuovo controllo dei bagagli. Finalmente siamo seduti e partiamo con un'ora e un quarto di ritardo. Quando atterriamo le nostre accompagnatrici riescono ad ottenere di far scendere per primi dalla porta anteriore i passeggeri diretti ai transfert. Rimango colpito da tanta efficiente lungimiranza. Saliamo sul primo dei tre pullman schierati per caricarci, ma non è il primo a partire e, quando riusciamo a scendere, sono trascorsi minuti preziosi e si è già formata una lunga fila per il controllo dei bagagli a mano. Riusciamo di nuovo a passare davanti agli altri passeggeri in fila e saliamo le scale per raggiungere l'imbarco. Qui troviamo un nuovo blocco per un altro controllo dei bagagli a mano. Ci sono più di settanta persone in fila dirette ai transfert e il nostro aereo, che è annunciato in orario, parte fra quindici minuti: non ce la faremo mai! Questa notte dormiremo a Roma. Raggiungiamo il nastro di riconsegna dei bagagli e aspettiamo il loro arrivo per più di un'ora e mezza. Mi domando come mai la riconsegna dei bagagli debba suscitare tanta ansia e il loro arrivo debba sembrare quasi un miracolo. Sandra e Remo che, con grande efficienza, hanno solo bagagli a mano non hanno avuto problemi e sono stati gli unici a riuscire a partire, anche perché il loro aereo era l'ultimo a decollare, fra quelli che dovevamo prendere. Paolo e Simonetta ci ospitano per la notte e ci vengono anche a prendere: è bello poter contare su amici così! |
Martedì 5 gennaio 2010 Gli intrugli a base di yogurt che ad ogni pasto ci hanno messo sui tavoli sono riusciti a provocare il loro nefasto effetto. Sono in treno, fra poco arriveremo a casa e il nostro viaggio a cavallo fra due anni terminerà. Abbiamo visitato un paese mussulmano, che ha tracce di un'antichissima presenza cattolica, moderno e pulito. Belli e unici i monumenti. Probabilmente in una diversa stagione, con un periodo di luce più lungo, saremmo riusciti a vedere tutto meglio. In questa stagione un giorno o due in più ci avrebbe aiutato a gustare maggiormente l'atmosfera di questo incantevole paese. |