Domenica 18 luglio 2004

Brunella, Cristiana e Michele

Arriviamo sotto costa e facciamo due bordi per guadagnare l’ingresso del canale che divide l’isola di Kornat da quella di Dugi Otok.

Su quest’ultima isola, si trova la città di Sali meta della nostra traversata dove si trova una delle capitanerie in cui é possibile svolgere le pratiche doganali di ingresso.

Francesco

Appena entrati nel canale il mare diventa liscio e il vento cala. Proseguiamo a motore.

in navigazione nel canale che divide l’isola di Kornat da quella di Dugi Otok

Gherardo é tornato in cabina e dorme profondamente. Non riusciamo a svegliarlo e solo allo stretto passaggio fra le isole mette la testa fuori un momento, per poi tornare in cuccetta a ronfare. Betta ha bisogno di un anticipo di colazione: una volta sveglia se non mette qualche cosa di caldo nello stomaco é intrattabile. Arrivati nel porto cerchiamo di affiancarci alla banchina vicino al molo per poter ripartire velocemente.

Ma sta per arrivare l’aliscafo e dobbiamo ormeggiarci più avanti, di poppa, utilizzando il corpo morto della marina. Scende a terra solo Francesco. Noi ci accingiamo a fare colazione. La temperatura é salita e dobbiamo aprire il bimìni (un tendalino che copre tutto il pozzetto) per ripararci dal sole.

Il pane burro e marmellata e la ciambella vanno a ruba.

Sali

A stento Francesco riesce ad addentare l’ultima fetta al rientro dalle operazioni doganali, mentre siamo riusciti finalmente e risvegliare Gherardo dal torpore.Ripercorriamo al contrario a motore la rotta già fatta. Il vento soffia da sud est, di prua. Dobbiamo ripercorrere lo stretto canale e poi dirigerci in quello fra l’isola di Kornat e la serie di isolotti che la proteggono dal mare aperto.

Dopo poco ci ancoriamo in una baia per il bagno ed il pranzo. Il programma prevede poi di raggiungere l’isola di Lausa per passare la notte alla fonda.

il paesaggio del parco delle Incoronate

Il sole splende in cielo e non c’é una nuvola. Il paesaggio é surreale. Le isole di roccia chiara sono ricoperte da pochi fili d’erba e qua e là da striminziti arbusti. Lunghissimi muretti di pietre a secco partono dalla riva e raggiungono il crinale, dividendo le isole in tanti appezzamenti. La loro linearità e lunghezza ha un che di straordinario e non si riesce ad immaginare quale fosse la loro effettiva funzione. Servivano per contenere gli animali al pascolo?

Ma come potevano trovare sostentamento in piccoli appezzamenti di roccia? Formavano una delimitazione chiara e netta dei confini? Una base così ampia deve aver richiesto una fatica che riteniamo fosse non proporzionale alla loro misteriosa utilità.

Alle 16 arriviamo all’approdo. Le boe predisposte per l’ormeggio sono già tutte piene. Attorno, due o tre case e nient’altro. Prevedendo che il posto si sarebbe riempito all’inverosimile e considerato che avremmo dovuto trascorrere lì tutto il pomeriggio oltre alla serata, decidiamo di proseguire e cercare un’altra baia.

A bordo il consumo di creme solari é enorme. Ognuno si spalma addosso quantità inverosimili. Per il prossimo viaggio cercheremo uno sponsor per contenere i costi.

La navigazione prosegue a motore mentre a prua la maggior parte dell’equipaggio é stesa al sole per fare seccare lo strato di grasso che si é spalmato addosso.

Alle 17 ci ancoriamo davanti all’isolotto di Zakan, in una baia in mezzo ad altre barche. L’equipaggio si tuffa mentre in tre scendiamo a terra col canotto. Nelle isole non c’é traccia di terriccio: il suolo é formato di sassi ricoperti da pochi arbusti. Non si capisce quale sostentamento possa trarre il mondo vegetale in questi aridi isolotti.

Michele collauda il canotto. Sentenzia che in quattro non si plana mentre é possibile farlo in tre.

l’isolotto di Zakan

Intanto dalle barche alla fonda, raggiunte dalle onde che alziamo, si alza una serie di anatemi.

Rientriamo a bordo, consumiamo le tagliatelle col ragù preparato a Rimini, mentre siamo allietati da strani canti country in croato che provengono dalla barca vicina.

Un canotto con due persone a bordo e la scritta “Kornati Park” sta aggirandosi fra le barche in cerca di prede.

Betta e Gherardo si sfidano in un duello a burraco

Sono i guardiani che vengono ad esigere il balzello per l’approdo. Otto euro a persona. Francesco riesce a contrattare un sostanzioso sconto, che riusciamo ad ottenere, dato che non passeremo altre notti nelle Incoronate.

Betta e Gherardo si sfidano in un duello a burraco mentre io, come la maggior parte dell’equipaggio, guadagno il letto.

Prosegui

Torna alla pagina iniziale del diario