Venerdì 10 ottobre 2008 - Casablanca, Rabat

Il nostro orologio biologico è avanti di due ore ed alle 5 siamo già svegli. Scendiamo per fare colazione appena la sala da pranzo apre. Ogni ben di Dio ci aspetta e le brioches sono squisite. Fuori il vento soffia ancora ed all'orizzonte sul mare si addensano grossi nuvoloni. Andiamo subito alla moschea di Hassan. Oggi, venerdì è possibile visitare l'interno solo alle nove. La visita a pagamento costa 120 diram. I gruppi sono numerosi e veniamo affidati, assieme ad un altro di lingua spagnola, ad una sola guida. In totale siamo più di ottanta persone e gestire la spiegazione in due lingue comporta parecchi problemi. Tutti si accalcano davanti alla guida, che passa da una lingua all'altra troppo in fretta, dimenticandosi di spostarsi. All'ingresso siamo stati costretti a toglierci le scarpe e ci sono stati distribuiti dei sacchetti di plastica per portarcele dietro. Vista la vastità del monumento, non è stata organizzata una rastrelliera dove lasciarle: troppi i fedeli, troppi i turisti. Percorriamo in tutta la lunghezza la sala delle preghiere che può contenere sino a 25000 fedeli. Al fianco due mezzanini sopraelevati sono riservati alle donne.

La parte centrale del tetto della costruzione è divisa in due e scorrendo può aprirsi. Secondo Margot si tratta della prima moschea decappottabile.
Le decorazioni sono fatte imitando lo stile antico con una buona armonia delle forme.

Dopo essere passati sotto il minareto, visitiamo le sale sottostanti riservate alle abluzioni che contengono 41 fontane. Ritorniamo all'esterno e attraverso un passaggio scendiamo di nuovo per arrivare alla sala dei bagni romani ed alla sala dei bagni turchi.
Ritorno all'aperto prima degli altri e li aspetto.

Davanti al passaggio che porta ai bagni si è fernato un camioncino della Coca Cola e più di una decina di manovali stanno scaricando un distrubutore automatico. Mi sembrano tanti per un simile lavoro e danno idea di fare una grande fatica nel portare il carico al primo piano interrato. Dopo poco ritornano con un altro distributore uguale e lo caricano con meno difficoltà sul camioncino. Per non far sparire l'incasso o le bottiglie piene, anziché rifornirlo, hanno sostituito l'apparecchio vuoto con uno pieno senza aprirlo, tanto qui la manodopera non costa molto!
La visita termina alle 10.

Le nuvole si stanno aprendo ed ogni tanto appare il sole. Saliamo in pullman per spostarci al mercato centrale. All'interno troviamo, raggruppati per tipologia, banchetti che vendono frutta secca, fiori, verdure e carne. Tutta la merce è disposta in modo da formare una decorazione da vetrina.

Facciamo provvista d'acqua ed acquistiamo alcuni camicioni per cercare di liberarci da un petulante venditore ambulante senza risultato, continua a seguirci riproponendoci le stesse cose.
Risaliamo in pullman per raggiungere il quartiere della nuova medina costruito nel 1927 secondo il modello di un vecchio nucleo arabo con forme architettoniche simili: le strette strade, i suq, le botteghe artigiane. Giriamo lungo le stradine dove si trovano le botteghe degli scrivani, dei notai e degli avvocati che esercitano nella vicina corte giuridica islamica ex residenza del Pascià di Casablanca, che si trova nella piazza centrale di fronte alla Moschea My Youssef. E' mezzogiorno e gli altoparlanti del minareto richiamano alla preghiera. Attraversiamo i cortili del Mahatma del Pascià, riccamente decorati con mosaici di ceramica e gesso scolpito.
Tornati in pullman ci dirigiamo verso uno dei quartieri residenziali per pranzare al ristorante El Gousto.

Una cruditè per iniziare e pesce spada con maccheroni per il piatto forte.
Alle 14,30 siamo di nuovo il pullman per un altro passaggio davanti alle spiagge sull'atlantico. Attraversiamo i quartieri residenziali con belle ville contornate da lussureggianti giardini ed imbocchiamo l'autostrada per Rabat che costeggia l'oceano.
Alle 16,30 arriviamo in città e ci dirigiamo verso la medina per passare davanti al palazzo reale. Oggi apre il Parlamento per la sessione autunnale: è previsto l'arrivo del Re e l'accesso alla medina è bloccato.
Il traffico attorno alle mura è impazzito. Rimaniamo bloccati. Mohamed rinuncia a farci fare la visita al palazzo reale, che recupereremo domani, per portarci alla kasba degli Oudaia che si trova di fronte alla città gemella di Sala sulla riva opposta dell'estuario del fiume Bou Regred. Arriviamo quando il sole è ormai basso sull'orizzonte e le nuvole lo stanno coprendo. Sembra che la luce si sia spenta e le strade bianche e azzurre della fortezza non ci appaiono nella loro piena bellezza.
Risaliamo sul pullman per arrivare alla torre Hassan che si trova davanti al mausoleo di Mohamed V, nonno dell'attuale re della dinastia alauita. In mezzo ai due monumenti i resti delle colonne e delle mura della moschea incompiuta che Yacoub el-Mansour iniziò ad edificare nel 1195. La moschea doveva coprire una vasta superficie ed doveva avere una sala con 354 colonne, una per ogni giorno dell'anno secondo il calendario mussulmano, ordinate in modo da formare 19 navate.
Alla morte del re, avvenuta quattro anni dopo, la costruzione del minareto e della moschea fu abbandonata.
Entriamo nel mausoleo e passeggiamo lungo la spianata sino alle 18. Usciamo verso ovest dalla parte opposta rispetto a quella da dove siamo entrati.
Verso est si sono addensati grossi nuvolosi scuri segno che all'interno sta piovendo.
Potremmo raggiungere il nostro hotel, un altro Golden Tulip Farah anche a piedi, ma la nostra guida decide di farci fare il tour panoramico che non abbiamo potuto fare al nostro arrivo e giriamo tutt'attorno alle mura della città.
Alle 19 siamo in albergo. Anche qui dobbiamo svolgere il compitino di scrivere i nostri dati sulla carta di registrazione per avere le chiavi della stanze. Quando siamo appena usciti dalla doccia, bussano alla porta. E' una cameriera che con qualche cosa piegata in mano, con ferma gentilezza vuole entrare in camera. A nulla valgono le nostre proteste per farle capire che non siamo ancora vestiti. Chiede se abbiamo bisogno di qualche cosa poi prepara i letti per la notte piegando le coperte e se ne va. Ci sembra strano che nell'albergo, che non ci sembrava essere di altissimo livello, ci sia per tutti un servizio simile.
Dopo pochi minuti ribussano alla porta. E' Fernando, un compagno di viaggio, che ci chiede se ci hanno cambiato le federe. Ecco cosa era venuta a fare la cameriera sbagliando stanza!
Alle 20 si cena. Siamo in tanti ed il buffet non è, secondo i nostri gusti, dei migliori.
Dopo cena facciamo chiamare un taxi per fare un giro panoramico e vedere la città illuminata di notte. Arriva una vecchia Mercedes dal motore spompato che arranca sulle salite. L'autista parla uno stentato francese ed il giro che può farci fare, visto che non può entrare nella Medina, è pressappoco quello che abbiamo fatto nel pomeriggio in pullman.
Alle 22,10 rientriamo per andare subito a dormire. Domani mattina la sveglia suona alle 6,30 e un'ora dopo si parte,

 

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