Sabato 2 maggio 1998 .Sveglia alle sette, colazione alle 7,30 ed alle otto tutti in pullman. Siamo in 54 e la vettura è piena. Per la precisione manca ancora una signora che si fa attendere per oltre venti minuti: nemmeno l'Ornella, una nostra carissima amica che ad Istambul era spesso l’ultima, avrebbe osato tanto! |
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Finalmente partenza per il centro di Palermo e visita alla cattedrale costruita in stile gotico moresco sui resti di una preesistente moschea. L'interno, rifatto nel settecento e tutto imbiancato secondo la moda del tempo, contiene le reliquie dei santi protettori di Palermo ed in particolare di Santa Rosalia. |
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Ritorniamo sul pullman e ci dirigiamo al palazzo dei Normanni. Il numero dei visitatori è enorme e la fila si allunga per decine di metri. Le persone entrano ed escono dalla stessa porta e l'incrocio dei due flussi rende più lento e difficoltoso il passaggio. Ma valeva la pena aspettare tanto. L'interno della Cappella Palatina, situata nel palazzo, è tutto ricoperto con mosaici composti di tessere su fondo oro del 1100. All'uscita la lunghezza della fila delle persone in attesa di entrare è raddoppiata. |
Raggiungiamo a piedi la chiesa di San Giovanni degli Eremiti. Si tratta di una costruzione moresca a forma di "tau" con cinque cupole ricoperte di rosso idraulico, un impasto impermeabile di colore rosa fatto di cocci e malta che serviva ad isolarle dalle infiltrazioni d'acqua. La costruzione è contornata da un giardino paradisiaco con piante rare ed un minuscolo chiostro ne completa la bellezza. |
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Usciamo dalla città e ci dirigiamo a Monreale che dista otto chilometri dal centro ed è situato sulla destra della corona dei monti che formano la Conca d'Oro attorno a Palermo. Purtroppo il cielo è coperto e la vista del panorama non è chiarissima. La valle, nonostante le innumerevoli costruzioni, è molto bella. |
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A Monreale si prepara una domenica di festa. Tutto il paese è addobbato e varie bande musicali circolano per le strade. Molte persone sono vestite con i tradizionali costumi. Un acquaiolo, con i secchi che pendono da un bastone posto sulle spalle, ripropone la vendita dell'acqua come un tempo, i somarelli, bardati a festa, tirano i tradizionali carretti. Entriamo nel duomo. E' letteralmente ricoperto di mosaici. La descrizione della creazione del mondo, di Adamo e di Eva e la cacciata dal paradiso terrestre è posta nella parte superiore della navata centrale, poi la serie dei mosaici continua con le scene del vecchio testamento e del nuovo. |
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Nell'abside troneggia la figura del cristo benedicente. |
Anche qui l'entrata e l'uscita si presentano difficoltose come al Palazzo dei Normanni. Si entra e si esce dalla medesima porta con risultato di creare sempre code: possibile che non si riesca ad avere un varco per l'entrata e un altro per l'uscita? Il chiostro, posto a fianco della chiesa è magnifico. E' formato da un quadrato perfetto col lato di 47 metri ed è sorretto da una serie di colonne binarie. In ogni capitello è scolpito un soggetto diverso. Rimaniamo stupiti per la ricchezza e la fantasia del disegno. Dopo una passeggiata nelle vie del paese ed aver gustato due cannoli squisiti acquistati in una pasticceria situata di fronte alla facciata della cattedrale, ritorniamo in albergo. Pranzo: l'insalata di riso è poco buona per la qualità dei chicchi che sono sfaldati all'esterno e duri all'interno, mentre la pasta con le melanzane è appetitosa e gli spiedini di carne con le crocchette sono buoni. Il dolce fatto con una spuma di fragole sembra una caramella e con le fragole ha in comune solo il colore. |
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Alle 15,15 inizia l'escursione facoltativa del pomeriggio. Prima tappa visita alle catacombe benedettine. Nel 1600 i monaci iniziarono a mummificare i confratelli defunti con un processo di essicazione. L'intento era quello di rammentare la caducità delle cose terrene mostrando il degrado del corpo dopo la morte. Poi vennero mummificati, dietro il pagamento di una lauta cifra, anche i corpi di coloro che lo richiedevano. Credo che i monaci abbiano sfruttato il desiderio di ciascuno di sopravvivere all'oblio della morte. Rimanere mummificati all'interno della catacomba significava poter esservi conservati a lungo in modo visibile anche se l'aspetto diventava col tempo orrendo. Oggi i monaci non possono più seppellire all'interno della catacomba: persa dunque questa forma di introito, é stata sostituita con la visita dei turisti. |
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Ci dirigiamo al centro della città e visitiamo la chiesa del Gesù detta anche "Casa Professa". Le decorazioni interne hanno una incredibile ricchezza di marmi policromi intarsiati, tutti provenienti dall'isola. La visita successiva viene fatta alla Martorana, tempio ortodosso decorato con mosaici e pitture fiamminghe. Sta per esservi celebrato un matrimonio e facciamo appena in tempo a visitarne l'interno. |
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Pregevole è la fontana Pretoria situata a poca distanza di fronte al municipio, quindi attraversato l'incrocio dei quattro canti, ci dirigiamo alla "Vucciria" che consiste in un variopinto mercato di pesce e di generi alimentari. Ci fermiamo in un bar. Ordino tre frizzantini ed un fernet. Il cameriere ci serve un fernet poi apre una bottiglia di acqua minerale gassata.... uno strano modo di preparare un frizzantino! Ma lo fa solamente per servire un altro cliente arrivato prima di noi. Ritroviamo il pullman in piazza Giardino Garibaldi Marina nel cui centro si ergono una serie di piante gigantesche fra cui spicca un ficus enorme di 150 anni. Ritorniamo in albergo, paghiamo la quota di trentamila lire a persona per l'escursione pomeridiana e ci prepariamo per la cena. |
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E' il compleanno di Mario ed ordiniamo dello spumante, o meglio acquistiamo dello spumante allo spaccio delle bibite della sala da pranzo, perché ognuno deve chiedere al banco le bevande e pagarle immediatamente. Brindisi, poi la cena che consiste in bresaola con rughetta o una pasta con sugo con funghi. Per secondo arrosto di vitello, solo passabile, con contorno di patate e cavolfiori. Viene servito il solito dolce stucchevole e pieno di panna. La tradizionale flemma meridionale sembra una favola passata. Ci domandiamo quale metodo usi l'Alpitour per far volare i camerieri da un tavolo all'altro. Mario suppone che abbiano adottato una propulsione a razzo. Concludiamo la cena con dei cannoli siciliani che la Bona ha comprato in una pasticceria. Quattro chiacchere ed a letto: domani ci aspetta una giornata impegnativa e prima di partire dobbiamo anche richiudere le valige. |
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