Sabato 8 ottobre 2005

Tunisi-Suosse (Km. 148)

Da una settimana una circolazione ciclonica insiste sull'Italia, quando saliamo sull'aereo per Tunisi piove. Dopo meno di un'ora di volo ci lasciamo alle spalle le nubi e troviamo ad aspettarci un magnifico sole.

Io e mia moglie Elisabetta abbiamo aderito al secondo turno del viaggio proposto dall'Arcal Rai: Tunisia in Fuoristrada.

Ero molto perplesso di fronte alla scelta dei mezzi. Memore dei vecchi Land Rover con i sedili posteriori disposti parallelamente al senso di marcia, temevo che i millecinquecento chilometri che avremmo dovuto percorrere diventassero micidiali.

Mi ha rassicurato l'Agenzia Time-Out: "Sono tutti fuoristrada Toyota Land Cruiser a sette posti con aria condizionata".

Abbiamo un ritardo di mezz'ora sulla tabella di marcia che aumenta col passaggio alla dogana. Anche se dopo il nostro arrivo il numero degli addetti ai controlli aumenta, impieghiamo più di un'ora a passare le forche caudine. Mariano non ha indicato sul modulo che ci hanno dato da compilare in aereo il nome dell'albergo in cui é previsto il pernottamento di stasera. Glielo suggeriamo, ma all'impiegato non basta. Vuole la conferma della prenotazione!

Alle 14,30, saliti sul pullman della Vestiges Tours, l'agenzia locale che ha organizzato il viaggio, partiamo.

Luigi, il nostro accompagnatore ci dà il benvenuto e ci presenta la guida locale: Hamda. Parla perfettamente l'italiano e comincia a parlarci della Tunisia, uno dei cinque paesi del Magreb (Tunisia, Libia, Algeria, Mauritania e Marocco).

Lasciate le colline attorno a Tunisi il paesaggio diventa piatto. Percorriamo l'autostrada. Alla nostra sinistra c'é il mare e alla destra una pianura. Gli uliveti si alternano a vigneti con le viti coltivate a cespuglio. Greggi di pecore pascolano a fianco della strada.

Dopo due ore arriviamo a Sousse all'Hotel Tej Marhaba. Qui ci aspetta un altro compitino. Ad ognuno viene consegnato un questionario che ci chiede i dati anagrafici, la professione e gli estremi del documento di identità. Anche se hanno già avuto l'elenco dei nostri nomi ed i nostri documenti sono già stati registrati all'aeroporto, dobbiamo riempire la scheda. In cambio otteniamo un foglietto azzurro che é il lasciapassare per ogni servizio dell'albergo.

Saliamo nella stanza, aspettiamo le nostre valige che arrivano ancora bagnate dalla pioggia presa in Italia, ma per fortuna solo all'esterno. E subito scendiamo nella hall dove abbiamo dato appuntamento a Gianfranco e Adele per tuffarci subito nell'avventura.

Non é previsto nulla per il pomeriggio e così ci arrangiamo. Siamo in sei, ci sono anche Luisa e Rosa. Prendiamo due taxi per raggiungere il centro storico e visitare la Medina. Dobbiamo affrettarci, é il tempo del Ramadan e tutto alle 18 si ferma. Dopo il tramonto si può rompere il digiuno, che é iniziato alle cinque del mattino. I negozi chiudono e tutti vanno a casa per mangiare.

Passeggiamo lungo le strette strade dove la maggior parte dei negozi é chiusa o sta chiudendo. Arrivati alla porta sud giriamo a destra verso la kasba, appena in tempo. Pochi attimi dopo due bande di ragazzi si affrontano con sassi e bastoni lungo la via che abbiamo appena lasciato.

Un anziano arabo, seduto davanti alla porta della sua casa, ci invita ad entrare. Nell'atrio c'é una macchina per cucire e, appoggiata ad un tavolino, una ciotola con dei pezzi di una focaccia unta, pronta per spezzare il digiuno. Ci mostra dei camaleonti che tiene come portafortuna da vendere ai turisti. Ritorniamo in albergo prendendo altri due taxi. Ormai ne girano pochi e quelli che ci sono non usano il tassametro. Ci viene chiesto per la breve corsa un prezzo doppio rispetto a quello dell'andata. (quattro dinari invece di due). Facciamo una passeggiata attorno all'albergo sino al mare. Si é levato un vento deciso che rinfresca l'aria. L'appuntamento per la cena é per le 19,30. Luigi davanti all'ingresso ci informa che gli altri sono già entrati. Li cerchiamo pensando che sia stata riservata un'ala al gruppo ma non é così. Siamo sparpagliati nella grande sala da pranzo e la cena é a buffet. I vassoi da cui servirci sono vari ma non riusciamo a trovare, forse per la nostra diffidenza, un piatto che ci invogli e soddisfi. Alla fine abbiamo la sensazione di aver cenato ad una mensa, di qualità, ma sempre una mensa. Facciamo quattro passi attorno all'albergo ma non c'é nulla da vedere e senza cercare un altro taxi, non conviene allontanarsi. Così decidiamo di chiudere la giornata. Dobbiamo preparare nuovamente le valige e la sveglia é fissata per le cinque. Pensiamo che le fatiche per oggi siano finite, ma ci illudiamo. Scopriamo i letti per coricarci e una sgradita sorpresa ci attende: le lenzuola non sono state cambiate ed é evidente il passaggio dei precedenti ospiti. Mi rivesto, scendo nella hall ed avverto la reception. Tornato in camera, arriva un solerte inserviente con quattro lenzuola pulite e ce le porge. Come ginnastica serale prima di coricarci, rifacciamo i letti. Appena terminata l'operazione, l'incanto del silenzio della notte si rompe tutto ad un tratto. Questa sera a Tunisi si é svolta la partita per la qualificazione della nazionale per i campionati mondiali del 2006. La Tunisia ha incontrato il Marocco nella partita decisiva. Orde di tifosi sono salite sulle auto e a suon di clacson esprimono la loro felicità. Ogni mondo é paese ed il Mediterraneo accomuna i suoi popoli in un'unica grande, per me incomprensibile, passione tifosa.

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