Mercoledì 26 giugno 2013.


Sveglia alle 6,30. Abbiamo prenotato la gita “atolli e coralli” che ci porterà a vedere la baia delle tartarughe e quella del dugongo. Si parte alle 8. Scegliamo la maschera e le pinne e saliamo sul pullman.

Dopo poco più di un'ora arriviamo a Port Galib, un porto artificiale costruito ispirandosi a Venezia con ponti a schiena d'asino, perfetti da percorrere a piedi ma difficili da superare con un pullman, che per paura di toccare col fondo è costretto a procedere lentamente e con circospezione.

Saliamo a bordo del battello, lasciamo in un armadietto le nostre ciabatte e prendiamo posto. La barca sta per mollare gli ormeggi quando sale a bordo un funzionario del porto che ci impedisce di prendere il largo. Siamo più numerosi del consentito.

Sino a ieri i bambini venivano conteggiati come mezza persona, da oggi non più. Restiamo in attesa senza informazioni, attendendo il miracolo. Ma il funzionario giustamente è irremovibile e non ci fa partire. Dopo più di due ore torniamo indietro senza esserci allontanati dall'ormeggio.

E pensare che c'è chi, per timore di star male, ha preso la pillola contro il mal di mare. Al rientro possiamo scegliere se essere rimborsati del costo dell'escursione o di farne un'altra senza pagare. Magra consolazione visto che più di mezza giornata della nostra vacanza è stata buttata via.

Un bagno in piscina e poi il pranzo. Il menù non è particolarmente vario ed oltre al piatto di pasta non troviamo molte scelte che ci aggradano. Il pomeriggio riposo. C'è chi dorme in camera o chi sulla spiaggia, poi un tuffo nella vasca ad idromassaggio. Abbiamo deciso di confermare la gita di domani all'isola di Utopia.

Simonetta non se la sente di prendere di nuovo la pastiglia per il mal di mare, temendo che il vento alzi le onde come questa mattina. Paolo vorrebbe riprovare a fare la gita di oggi, ma non è stato raggiunto il numero sufficiente per ripeterla. Serata egiziana un po' sottotono. Il menù scelto per l'occasione non accontenta molti che invece di consumare il kebab si affollano davanti al forno delle pizze.


Giovedì 27 giugno 2013

Alle 8,30 si parte. Giriamo a destra verso nord. Il paesaggio è sempre uguale: montagne sassose davanti ad un mare turchino ed in mezzo la striscia nera della strada che il pullman percorre a più di cento chilometri all'ora. In poco più di un'ora arriviamo al porto di Safaga. Un grosso motoscafo in legno ci aspetta. Siamo meno di 30: questa volta dovremmo partire. Temiamo il peggio quando un altro gruppo di una decina di persone sale a bordo, ma il permesso di partire arriva e lasciamo l'ormeggio. Riceviamo tutte le istruzioni per la gita. Dobbiamo lasciare le pinne a poppa e salire sul ponte solo quando siamo asciutti.

Se la scaletta si dovesse bagnare diventerebbe pericolosa per tutti. In poco meno di una ventina di minuti ci fermiamo davanti alla barriera corallina davanti al resort Soma Bay. Ogni barca ha i propri ormeggi fissi a cui agganciarsi con una gomena.

Ci buttiamo e divisi in due gruppi cominciamo a fare snorkeling. Il fondale è bellissimo. I pesci non sono così numerosi come davanti al nostro albergo e li vediamo solo dall'alto data la profondità del fondo.

L'ora prevista per la nuotata trascorre in un attimo e quando risaliamo a bordo ci sembra di esserci appena buttati. Lasciamo l'ormeggio per dirigerci all'isola di Utopia , una lingua sabbiosa che avevamo costeggiato questa mattina.

Il pranzo viene servito nel salone della barca. Piatti gustosi e bene apparecchiati con un'impressione di pulito. Come bibite solo acqua e Coca Cola. Viene a prenderci un battello più piccolo col fondo trasparente per portarci a riva.

Abbiamo più di un'ora per passeggiare e fare il bagno in un mare limpidissimo con un piacevole fondo sabbioso. Alle 15,15 ritorniamo sulla barca che ci porta in porto, dove ci aspetta il pullman per riportarci al villaggio.

Il sole illumina le montagne e la terra si tinge di infinite sfumature di colore ocra. Poco dopo le 17 siamo in piscina davanti ad una birra, poi un tuffo nella vasca ad idromassaggio per prepararci alla cena. Questa sera pochi assistono allo spettacolo dell'animazione. L'Italia gioca la semifinale della Confederations Cup ed il bar con la TV è stracolmo. Molti hanno preferito venire qui senza stare nella comodità della propria stanza. La partita di pallone è uno spettacolo che va consumato in compagnia, perché possa emozionare.

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